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La Comunità dei Greci Ortodossi si costituisce a Venezia il 28 novembre del 1498 ma i legami fra la città e il mondo greco risalgono a tempi ben più lontani.

Da ricordare che più di nove secoli fa, nel 1081, i Veneziani si impegnarono ad aiutare i Greci contro i Normanni che si accingevano ad attaccare l'impero bizantino. In cambio l'imperatore Alessandro Comneno promise - e concesse nel 1082 - ai mercanti veneziani la preminenza su tutti gli altri, e Roberto il Guiscardo fu sconfitto dalla flotta del doge Domenico Selvo. Quel patto riveste un'importanza fondamentale nella storia della Repubblica di Venezia, poiché segna l'inizio della sua potenza politica, militare e commerciale nel Levante.

Mentre in precedenza le imprese navali e commerciali veneziane erano limitate quasi esclusivamente all'Adriatico, dopo il 1082 il leone di San Marco spiegò le ali verso l'Oriente. Una corrente migratoria si diresse immediatamente dalla laguna verso Costantinopoli.

Molti mercanti greci cominciarono a recarsi a Venezia. Dopo la Quarta Crociata (1204), quando i Veneziani si impadronirono di gran parte del territorio bizantino, lo stabilimento dei Greci di quelle terre (Creta, Monemvasia o Malvasia, Corfù e altrove) fu facilitato. Essi erano per lo più occupati nella navigazione, nel commercio e in mestieri diversi. Poi la pressione della minaccia turca, che divenne sempre più grave dopo l'inizio del XIV secolo, costrinse un gran numero di greci a rifugiarsi a Venezia. La caduta dell'Impero bizantino nel 1453 causò la diaspora greca nella Serenissima Repubblica. Il numero crebbe con l'estendersi dell'avanzata turca su altri territori greci e i Greci diventarono così la più importante componente straniera nella capitale della Serenissima.

Nel 1498 il Consiglio dei Dieci li autorizzò a costituire una scuola o confraternita (come quelle degli altri ordini religiosi). L'avvenimento ebbe un'importanza enorme non solo per la Comunità ma, più in generale, per l’ellenismo moderno.

La Confraternita greca a Venezia fu il più antico ed importante centro della diaspora ellenica. Nel corso della sua lunga storia esso mantenne legami sociali, economici e culturali con le terre -greche d'Oriente, esercitando così una profonda influenza sullo sviluppo culturale ed il risveglio intellettuale e politico della nazione ellenica.

Ben organizzata ed amministrata - come le altre scuole – da un consiglio o Banca presieduto dal Gastaldo (in seguito chiamato guardian grande), questa Comunità vide nel XVI secolo aumentare costantemente la sua influenza e potenza. Il numero dei suoi membri si accrebbe, particolarmente grazie all'afflusso dei profughi dei possedimenti conquistati dai turchi. Questi profughi provenivano da tutte le regioni della Grecia ed esercitavano tutti i mestieri e professioni: marinai, mercanti, artigiani, operai, artisti, intellettuali, soldati. Questi ultimi, (chiamati, dalla parola greca stratiòtes, stradioti), svolsero un ruolo importante, partecipando con zelo e coraggio alle attività militare a fianco delle truppe veneziane. Essi formavano delle unità di cavalleria leggera famose per il loro valore. Grazie a loro i Greci a Venezia ottennero una protezione ufficiale senza riserve.

La Confraternita ebbe sede all'inizio nella chiesa di San Biagio, sotto il patrocinio di San Nicola di Mira. Nel 1511 il Consiglio dei Dieci approvò la concessione della costruzione della Chiesa di San Giorgio, oggi sede della Metropolia in Italia, la più antica e la più gloriosa chiesa greca dell'Occidente. Fu costruita dal 1539 al 1573 grazie ai contributi finanziari dei membri della Confraternita e di altri greci, particolarmente marinai, in visita a Venezia. Il doge Leonardo Loredan accordò la celebrazione della liturgia ortodossa in questa chiesa, mentre il papa per parte sua concedeva l'indipendenza dal patriarca latino. Lo stile (architetti Lombardo e Chiona) è rinascimentale; l'interno è magnifico.

Fra le opere di artisti greci che contiene, in particolare è rinomata l'icona del Cristo Pantocrator (inizio del XVI secolo, Costantinopoli) che André Malraux ha definito in "Les voix du silence", una delle più meravigliose creazioni bizantine che egli avesse visto. Singolare è il suo campanile pendente.

Tali eccezionali privilegi furono ottenuti grazie alla politica di tolleranza religiosa della Repubblica ed alla protezione che essa consentiva alla colonia greca, come pure all'intermediazione dei celebri dotti Giovanni Lascaris e Marco Mussuros, amici dell'umanista Leone X. Nel 1577 Gabriele Seviros divenne il primo metropolita ortodosso di Venezia, sotto la giurisdizione spirituale diretta del patriarcato di Costantinopoli.

Gli eruditi greci svolsero una parte eccezionale nello sviluppo degli studi classici a Venezia. Fin dalla metà del XV secolo si contava un gran numero di copisti di manoscritti.

Alla fine del XV e all'inizio del XVI secolo la città era diventata il centro principale degli studi greci in Europa, grazie all'ammirevole attività di Aldo Manuzio che stampò per la prima volta edizioni dei grandi scrittori dell'antichità. Mussuros, con altri greci, era il suo più prezioso collaboratore. Le sue attività letterarie proseguivano la tradizione del cardinale Bessarione, il grande umanista e patriota greco che si sforzò di conservare il retaggio intellettuale dell'ellenismo dopo la caduta dell'Impero bizantino e nel 1468 lasciò in eredità a Venezia (che egli considerava una seconda Bisanzio), la raccolta di manoscritti che costituì il nucleo della Biblioteca Marciana.

Fra i numerosi artisti greci che si stabilirono o lavorarono a Venezia sono da menzionare Antonio Vassilakis detto l’Aliense e Dornenico Theotocopulos, El Greco.

Al Museo Correr si possono vedere le opere dei madoneri, un gruppo di artisti greci che svolsero la loro attività fra il XVI e il XVIII secolo. Le loro boteghe a Rialto erano note dalla fine del XV secolo. I pittori di Creta e di Cipro, che conservarono sino alla fine del XVIII secolo le caratteristiche bizantine tradizionali, assimilarono parimenti elementi veneziani.

Nel XVI secolo parecchi intellettuali greci cominciarono a pubblicare le loro opere originali, grazie a stamperie fondate da greci. Quasi sempre queste edizioni erano corrette dai parroci di San Giorgio, che stabilirono la tradizione delle edizioni critiche dei testi liturgici ortodossi.

Dal 1593 alla fine del XVIII secolo funzionò la scuola greca, che contribuì all'educazione superiore degli studenti provenienti da tutte le parti del mondo greco. Fra i suoi professori è da notare Mitropanis Kritopulos, il primo grande filosofo della Grecia moderna.

Grazie al lascito di Tommaso Flanghinis, avvocato di Corfù, nel 1662 fu fondato il Collegio Flanghiniano. I più eminenti studiosi e autori della Grecia moderna durante il periodo ottomano insegnarono o studiarono in questa splendida istituzione, una delle più importanti per la cultura greca dopo la caduta di Costantinopoli.

In seguito alla guerra di Candia la vita intellettuale ed artistica della Comunità fu ulteriormente arricchita da un gran numero di scrittori, pittori ed ecclesiastici profughi.

La produzione tipografica greca divenne talmente abbondante che i titoli dei più importanti di questi libri sono innumerevoli. Assai spesso si segnalarono dei mecenati greci, generalmente uomini d’affari arricchitisi con il commercio con il Levante.

Nonostante varie perturbazioni nel campo religioso, le attività commerciali e culturali della Comunità non diminuirono nel corso del XVIII secolo. I mercanti greci continuarono ad arricchirsi con i loro traffici con l’Oriente e donarono generosamente fondi per le scuole situate nei territori ottomani. Le scuole e le tipografie greche a Venezia erano attivissime ed eminenti intellettuali preparavano il risveglio nazionale ellenico.

Alla caduta della Repubblica nel 1797 la Confraternita subì un colpo fatale. Come per le altre scuole, suoi fondi, oggetti preziosi e tesori furono confiscati da Napoleone. Segui inevitabilmente un periodo di declino. Durante il XIX secolo i suoi membri diminuirono costantemente, anche a seguito dell'indipendenza nazionale, ma essa annoverava sempre distinti intellettuali.

All'inizio del XX secolo la Comunità storica era notevolmente ridotta. Tuttavia essa conservava gran parte dei suoi beni e tesori. Negli anni che seguirono il numero dei Greci presenti a Venezia era destinato a diminuire ancora, tanto che alla fine della seconda guerra mondiale ne erano ormai rimasti ben pochi. Finalmente nel 1948 la sopravvivenza di questo grande patrimonio culturale fu assicurata da un accordo tripartito fra i governi italiano e greco e la Comunità greca. Il governo italiano autorizzò la fondazione di un istituto greco, per il quale la Comunità donò tutti i suoi beni.

L’Istituto Ellenico di Studi bizantini e post-bizantini di Venezia, fondato nel 1951, è l’unico centro greco di ricerca e di studi all'estero. Il suo fine principale è lo studio della storia e della civiltà greca nelle epoche bizantina e post-bizantina, sulla base delle fonti italiane ed in particolare veneziane, nonché la pubblicazione delle fonti, archivi, documenti e testi storici e filologici. L'Istituto, diretto oggi dalla Professoressa Chryssa Maltezou, elargisce fra l'altro borse di studio a favore di giovani laureati greci che soggiornano a Venezia per preparare tesi di dottorato. Organizza manifestazioni culturali, incontri e congressi. La Biblioteca annessa all'Istituto con più di 2.000 libri rari, per la maggior parte edizioni delle tipografie greche a Venezia ed una raccolta di manoscritti importanti; archivi ricchissimi, contenenti testimonianze preziose sui Greci a Venezia e sui territori veneziani del Levante; una collezione di icone bizantine e post-bizantine, la più importante del genere.

L’Istituto cominciò a funzionare effettivamente nel 1958, dopo il restauro del complesso degli edifici dell'antica Comunità nel sestiere di Castello, intorno al Campo dei Greci: il Collegio Flanchiniano, attualmente sede dell'Istituto, e quello della scuola di San Nicolò dei Greci dove è situato il Museo delle icone bizantine entrambi opera del Longhena (XVIII secolo). Questo museo - unico in Europa - è il più ricco di icone post-bizantine e contiene gli esemplari più caratteristici della scuola cretese.

Soltanto da pochi decenni la Comunità, che nel 1998 ha festeggiato i cinquecento anni dalla sua fondazione, ha ripreso vita attraverso la presenza dei molti Greci che abitano con le famiglie nella città lagunare o nei centri sparsi sulla terra ferma. E' un punto di riferimento per i Greci del Veneto di oggi così come lo èra, per i Greci della diaspora, durante l'arco di cinque lunghi secoli. E' il lembo di terra su cui custodire l'identità culturale, la lingua, la religione ortodossa.

Abbiamo festeggiato l'anniversario dei cinquecento anni della nostra Comunità. Gli iscritti che provenivano da tutte le parti del Veneto, hanno partecipato con commozione e con grande senso di responsabilità alle celebrazioni di questo anniversario.

Vogliamo ringraziare tutti gli amici che hanno simpatia per la nostra Comunità, tutti coloro che amano Venezia e che amano la Grecia.

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