* Prima Direttrice dell’Istituto Ellenico di Studi Bizantini e Postbizantini a Venezia
Composizione della Consulta:
D. Zafiropoulos - Presidente
D. Vlassi - Vicepresidente
A. Tzavara - Vicepresidente
K. Dimopoulou - Deputata
H. Hampsa - Deputata
B. Lambropulu - Deputata
T. Syrtariotis - Deputato
Segretaria - E. Galani
Giovanni Veludo (Ιωάννης Βελούδης - 1811-1890)
Storico, Ricercatore, Confratello, Guardian Grande,
Prefetto della Marciana
LA CONFRATERNITA. –
"Un altro elemento unico che definì irrevocabilmente Venezia come il centro dei nostri studi fu quella
meravigliosa Confraternita dei “Greci” che, fondata appena pochi anni dopo la caduta di Constantinopoli, fiorì
tanto da contribuire a fare di Venezia una sorta di capitale dell’Ellenismo per sostituire la Città perduta. La
spavalderia e lo spirito organizzativo hanno fatto un “pugno” di perseguitati, fuggiti dalla schiavitù, capaci di
resistere, già dai primi anni, nel tessuto sociale della potente Venezia del XV secolo e dimostrare coi battaglioni
dei propri “stradioti”, la cui volontà proteggevano, di non trattare davanti al nemico, di innalzare una chiesa, di
costruire monastero e mantenere inconciliabile la dottrina ortodossa in un paese cattolico. Mantenere e anche
a sviluppare, nel corso dei secoli, l'istruzione elementare e avanzata greca, un movimento editoriale rispettosa
della produzione comunale e in grado di accorgersene della carenza di libri religiosi nei paesi greci. Tutto ciò
faceva diventare la Confraternita il porto di ogni naufrago che non poteva più tornare nella sua terra natale
occupata dai turchi e il fondo inesauribile che non ha mai rifiutato il pagamento di riscatto per la liberazione dei
prigionieri che stavano morendo o nelle carceri militari turche o negli orribili nascondigli dei pirati. Ma ne
hanno fatto anche un centro di vita spirituale dove l'iconografia bizantina, esiliata dalla sua terra natale, Creta
dopo il 1669, si mantenne piena reazione alla sua deformazione da parte dell'ambiente. Questo, che fosse
desiderato o no, lasciamo che sia decisione dei critici d'arte, ma noi lo vediamo come uno dei fenomeni di
rispetto e reazione della Confraternita, una reazione che non ha mai fatto dimenticare da dove veniva e cosa i
greci si aspettavano da lei. Non condivide affatto la vita spensierata e lussuosa che conduce la Venezia di
Goldoni e le danze in maschera, ma aspetta e si prepara con i maestri e manda libri nei paesi dell'Egeo e fonda
scuole con i suoi soldi.
Ciò che Santo Kosmas o Aitolos aveva chiamato "il desiderio".
Quando l'esercito di Bonaparte entrò, nel 1797, sciolse la Repubblica di Venezia e confiscò ogni prezioso; la
Confraternita perde anche le sue proprietà. Dopo questo triste evento, è naturale che i Fratelli vivono con nel
silenzio e con i ricordi del passato....
La decadenza regna dunque nel Campo dei Greci e nell'animo dei Confratelli addolorati, quando nel 1844
muore uno di coloro che amava profondamente la Comunità e lascia loro proprietà importanti composte da
tanti appartamenti sparsi in città, collocati in buoni quartieri urbani ma anche a quelli più umili. La Comunità
rinasce.
Continua...